Miracolo confermato. La moto di Claudio riassemblata durante la sera e la mattina presto funziona perfettamente!
Ripartiamo da Tinerhir verso le 11 lasciandoci alle spalle tante belle persone ed una cittadina che in poche ore ci ha lasciato tante emozioni.
Il programma di oggi prevede la visita alle gole del Dades (che avremmo dovuto vedere 2 giorni fa se Claudio non avesse deciso di fare l'esibizionista e mostrare a tutti noi come si cade con grande stile) che si trovano 80 km ad ovest; ritorneremo poi sulle nostre tracce ripassando ancora da Tinerhir per dirigerci tutto a est verso Merzouga.
La strada per il Dades è decisamente noiosa fino a Boulmane Dades (50km), da li svolta verso nord e dopo 30 km di montagne che svettano sul verde fiammeggiante del fondo valle, kasbah e castelli di fango rosso incandescente arriviamo ai famosi tornanti che costituiscono una delle cartoline più famose del Marocco.
Pranziamo come veri turisti sulla terrazza che domina la gola con gli immancabili spiedini, le immancabili patatine fritte, gli immancabili cuori infranti da Emiliano che catalizza l'attenzione di alcune ragazzine "local" probabilmente in gita, le chiacchiere con l'irlandese arrivato fin li dalla sua isola.
Per un momento mi sfiora la consapevolezza che il nostro viaggio poteva finire pochi km più a nord di dove siamo ora, in quel maledetto fosso...
Ripartiamo verso le 15.30, senza troppe pretese di arrivare davvero a Merzouga e ci ributtiamo sulla noiosa strada di prima.
Ripassiamo da Boulmane. Ripassiamo da Tinerhir.
C'è un caldo bestia, se consideriamo che l'altro ieri ci siamo svegliati con il ghiaccio sulle moto fanno oltre 30 gradi di escursione termica...però finalmente cominciamo a sentirci in Marocco, in Africa!
Con il passare delle ore ci rendiamo che la lunga, noiosa ed assolata strada ha un pregio: ci ha fatto tenere una media alta e ci convinciamo che Merzouga si può fare. E si fa.
L'arrivo all'Auberge du Sud è trionfale e "scomodo": 8 km di pista da affrontare decisi e a gas aperto per controllare le moto su tratti di toule-ondulè (ribattezzato "cul de sac" da Emiliano) e piccole buche di sabbia. Di fronte a noi le imponenti dune infuocate dal sole che cala alle nostre spalle, ma siamo troppo concentrati sulla pista per poter alzare lo sguardo.
Tuttavia l'impatto con il deserto è rimandato di pochi minuti, quando fermiamo le moto nel parcheggio dell'albergo, posto di super lusso che si trova direttamente sulle dune con tanto di piscina!
Ce lo siamo meritati un pò di confort, O NO??!
Il sole è ormai calato, non ci siamo potuti godere il tramonto con calma ma recuperiamo con una spettacolare serata di luna piena che rischiara le dune a giorno. Per il tramonto abbiamo tempo domani, ci fermeremo un giorno intero per giocare un pò con la sabbia prima di affrontare gli ultimi giorni, c'è ancora tanta strada da fare!
Ripartiamo da Tinerhir verso le 11 lasciandoci alle spalle tante belle persone ed una cittadina che in poche ore ci ha lasciato tante emozioni.
Il programma di oggi prevede la visita alle gole del Dades (che avremmo dovuto vedere 2 giorni fa se Claudio non avesse deciso di fare l'esibizionista e mostrare a tutti noi come si cade con grande stile) che si trovano 80 km ad ovest; ritorneremo poi sulle nostre tracce ripassando ancora da Tinerhir per dirigerci tutto a est verso Merzouga.
La strada per il Dades è decisamente noiosa fino a Boulmane Dades (50km), da li svolta verso nord e dopo 30 km di montagne che svettano sul verde fiammeggiante del fondo valle, kasbah e castelli di fango rosso incandescente arriviamo ai famosi tornanti che costituiscono una delle cartoline più famose del Marocco.
Pranziamo come veri turisti sulla terrazza che domina la gola con gli immancabili spiedini, le immancabili patatine fritte, gli immancabili cuori infranti da Emiliano che catalizza l'attenzione di alcune ragazzine "local" probabilmente in gita, le chiacchiere con l'irlandese arrivato fin li dalla sua isola.
Per un momento mi sfiora la consapevolezza che il nostro viaggio poteva finire pochi km più a nord di dove siamo ora, in quel maledetto fosso...
Ripartiamo verso le 15.30, senza troppe pretese di arrivare davvero a Merzouga e ci ributtiamo sulla noiosa strada di prima.
Ripassiamo da Boulmane. Ripassiamo da Tinerhir.
C'è un caldo bestia, se consideriamo che l'altro ieri ci siamo svegliati con il ghiaccio sulle moto fanno oltre 30 gradi di escursione termica...però finalmente cominciamo a sentirci in Marocco, in Africa!
Con il passare delle ore ci rendiamo che la lunga, noiosa ed assolata strada ha un pregio: ci ha fatto tenere una media alta e ci convinciamo che Merzouga si può fare. E si fa.
L'arrivo all'Auberge du Sud è trionfale e "scomodo": 8 km di pista da affrontare decisi e a gas aperto per controllare le moto su tratti di toule-ondulè (ribattezzato "cul de sac" da Emiliano) e piccole buche di sabbia. Di fronte a noi le imponenti dune infuocate dal sole che cala alle nostre spalle, ma siamo troppo concentrati sulla pista per poter alzare lo sguardo.
Tuttavia l'impatto con il deserto è rimandato di pochi minuti, quando fermiamo le moto nel parcheggio dell'albergo, posto di super lusso che si trova direttamente sulle dune con tanto di piscina!
Ce lo siamo meritati un pò di confort, O NO??!
Il sole è ormai calato, non ci siamo potuti godere il tramonto con calma ma recuperiamo con una spettacolare serata di luna piena che rischiara le dune a giorno. Per il tramonto abbiamo tempo domani, ci fermeremo un giorno intero per giocare un pò con la sabbia prima di affrontare gli ultimi giorni, c'è ancora tanta strada da fare!
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