Allora...il tittolo è il prodotto di una giornata che stasera a cena dicevo essermi sembrata infinita. Se ci penso mi sembra lontanissimo il ricordo del risveglio di questa mattina, la luce abbagliante che si riversava sulle mie palpebre troppo sottili per poter continuare a dormire ancora un poco. E' lontanissimo seppure distante solo poche ore il rumore di una Tetouan semi addormentata come buona parte del mondo il primo maggio, il profumo di pane caldo e fresco che sale fino al settimo piano, il volo di centinaia di rondini sopra i muri bianchi della città.
La giornata è cosi lunga e cosi ricca di dettagli, profumi, freddo, volti, lingue, paesaggi da essere sminuita dalla condensazione in poche righe scritte da un modesto hotel della medina nuova di Fes all'1.34 di notte. Ma tant'è...se lo facessi domani sarebbe peggio.
Partiamo da Tetouan in direzione Fès (la meta da programma sarebbe Azrou, 80km + a sud, ma già sappiamo che non ce la faremo mai) poco prima delle 10. Ci aspetta una lunga e tortuosa strada di montagna nella regione del Rif che è uno spettacolo di verde brillante su una terra rossa rossa, con le cime delle montagne + alte sporcate di neve. La strada è lentissima, vuoi perchè trafficata, vuoi perchè siamo carichi, vuoi perchè l'asfalto non è proprio di tipo drenante e liscio ma piuttosto generoso in buche a tradimento, per cui arriva l'ora di pranzo e di strada ne abbiamo fatta davvero poca. Da segnalare poco prima di mezzodi una sosta per un corroborante tè alla menta (il primo di tanti penso) a Chefchauen, cittadina al solito iper incasinata che si fa riconoscere per le sue case dipinte di una particolare tinta di blu-violetto (non ci facciamo mancare la manifestazione dei taxisti incazzati e strombazzanti, saranno stati 15 ma facevano casino per 50).
Dicevamo...pranzo lungo la strada e via verso Ketama, segnalata sulla Lonely Planet come posto da evitare come la peste. Dovete sapere infatti che la regione del Rif da dà mangiare a 800.000 persone nel settore "fumo" (nel senso di hascish), qui si concentra la maggior parte della produzione mondiale. Ecco ora immaginatevi che qui la distribuzione al dettaglio viene fatta ogni 100 metri da bambini, adolescenti, ragazzi, uomini e vecchi che ti si lanciano in mezzo alla strada sventolando il loro pezzettino di fumo, o che se appena ti fermi ti si lanciano addosso chiedendoti se vuoi fumo. Devo dire che lo spettacolo è un misto di esilarante, raccapricciante e folcloristico, con uno sfondo di degrado e miseria assoluti. Ah, alcuni ragazzini ci hanno tirato pure pietre...avevano forse finito il fumo?
Qui la natura è rigogliosa e generosa, ma è tutto rovinato da discariche a cielo aperto, da sporcizia ovunque, da prati e pinete seppelliti di plastica; i villaggi sono decadenti e, nel caso di Ketama, ti fanno pensare di essere precipitato a Kabul. Attraversare Ketama vuol dire destreggiarsi in mezzo ad una folla di soli uomini, tra centinaia di facce che ti scrutano come un alieno (viene da pensare come una preda, o un cliente...), buche come voragini colme d'acqua, macchine carretti camioncini. Devo ammettere che ne sono uscito con piacere ed un sospiro di sollievo...non che abbia percepito un pericolo immediato, ma è certamente uno di quei posti dove non pestare un piede o urtare accidentalmente con una valigia un passante.
Fuori Ketama la strada sale, bella e curvosa, fino a 1700 mt circa e il freddo si fa pungente. Quando i display delle moto segnano 7,5° capiamo che è l'ora di vestirci un pò di più...ma in Marocco non faceva caldo? Poveri sciocchi!! (io per primo visto che il mio unico abbigliamento caldo è costituito da un pile, null'altro). Ma vabbè, meno male che mamma bmw fornisce buone manopole riscaldate e un ampio parabrezza dietro al quale nascondersi fino a quando i monti del Rif cominciano a digradare in ampie vallate ricoperte di frumento e ulivi a perdita d'occhio. Colline ricoperte di ordinate file di alberi di ulivo per chilometri e chilometri. La strada si fa più veloce, recuperiamo tempo, entriamo stanchi a Fès.
Doccia e cena...semplice no? Eh eh...col cacchio!! Dopo esserci fatti umiliare da 2 taxisti che si rifiutano di portarci alla città vecchia ci incamminiamo. Veniamo abbordati da diversi cagac...ragazzi che vogliono portarci nel loro ristorante, o accompagnare per una visita della medina vecchia. Alla fine cediamo, si sta facendo tardi e non vorremmo chiudesse tutto. Seguiamo questo ragazzo all'interno dello sterminato dedalo di vicoletti di Fès ormai semideserti...volevamo un ristorante e basta, invece ci troviamo a prendere parte ad un indesiderato tour tutto in discesa, poi tutto in salita. Bastano 2 svolte per capire che è inutile tentare di tenersi in mente il percorso per uscirne da soli, la complessità e la grandezza di questa medina è folle. Sporcizia del giorno di mercato appena terminato, gatti che ne approfittano, piccoli capannelli di uomini che parlano e ti fissano mentre passi. E poi ci rompiamo le palle ed entriamo in una porta con scritto ristorante lasciando perdere la nostra guida, trovandoci in un posto magnifico (turistico eh!) a mangiare robe marocchine buone buone. Peccato non aver potuto mangiare in cima alla terrazza che domina dall'alto tutta la medina, ma almeno abbiamo potuto sbirciare un istante.
Favolosa fès, di giorno certamente tanto di più con il caos ed i profumi del mercato. Ma domani si riparte, sempre sud il deserto ci chiama!
La giornata è cosi lunga e cosi ricca di dettagli, profumi, freddo, volti, lingue, paesaggi da essere sminuita dalla condensazione in poche righe scritte da un modesto hotel della medina nuova di Fes all'1.34 di notte. Ma tant'è...se lo facessi domani sarebbe peggio.
Partiamo da Tetouan in direzione Fès (la meta da programma sarebbe Azrou, 80km + a sud, ma già sappiamo che non ce la faremo mai) poco prima delle 10. Ci aspetta una lunga e tortuosa strada di montagna nella regione del Rif che è uno spettacolo di verde brillante su una terra rossa rossa, con le cime delle montagne + alte sporcate di neve. La strada è lentissima, vuoi perchè trafficata, vuoi perchè siamo carichi, vuoi perchè l'asfalto non è proprio di tipo drenante e liscio ma piuttosto generoso in buche a tradimento, per cui arriva l'ora di pranzo e di strada ne abbiamo fatta davvero poca. Da segnalare poco prima di mezzodi una sosta per un corroborante tè alla menta (il primo di tanti penso) a Chefchauen, cittadina al solito iper incasinata che si fa riconoscere per le sue case dipinte di una particolare tinta di blu-violetto (non ci facciamo mancare la manifestazione dei taxisti incazzati e strombazzanti, saranno stati 15 ma facevano casino per 50).
Dicevamo...pranzo lungo la strada e via verso Ketama, segnalata sulla Lonely Planet come posto da evitare come la peste. Dovete sapere infatti che la regione del Rif da dà mangiare a 800.000 persone nel settore "fumo" (nel senso di hascish), qui si concentra la maggior parte della produzione mondiale. Ecco ora immaginatevi che qui la distribuzione al dettaglio viene fatta ogni 100 metri da bambini, adolescenti, ragazzi, uomini e vecchi che ti si lanciano in mezzo alla strada sventolando il loro pezzettino di fumo, o che se appena ti fermi ti si lanciano addosso chiedendoti se vuoi fumo. Devo dire che lo spettacolo è un misto di esilarante, raccapricciante e folcloristico, con uno sfondo di degrado e miseria assoluti. Ah, alcuni ragazzini ci hanno tirato pure pietre...avevano forse finito il fumo?
Qui la natura è rigogliosa e generosa, ma è tutto rovinato da discariche a cielo aperto, da sporcizia ovunque, da prati e pinete seppelliti di plastica; i villaggi sono decadenti e, nel caso di Ketama, ti fanno pensare di essere precipitato a Kabul. Attraversare Ketama vuol dire destreggiarsi in mezzo ad una folla di soli uomini, tra centinaia di facce che ti scrutano come un alieno (viene da pensare come una preda, o un cliente...), buche come voragini colme d'acqua, macchine carretti camioncini. Devo ammettere che ne sono uscito con piacere ed un sospiro di sollievo...non che abbia percepito un pericolo immediato, ma è certamente uno di quei posti dove non pestare un piede o urtare accidentalmente con una valigia un passante.
Fuori Ketama la strada sale, bella e curvosa, fino a 1700 mt circa e il freddo si fa pungente. Quando i display delle moto segnano 7,5° capiamo che è l'ora di vestirci un pò di più...ma in Marocco non faceva caldo? Poveri sciocchi!! (io per primo visto che il mio unico abbigliamento caldo è costituito da un pile, null'altro). Ma vabbè, meno male che mamma bmw fornisce buone manopole riscaldate e un ampio parabrezza dietro al quale nascondersi fino a quando i monti del Rif cominciano a digradare in ampie vallate ricoperte di frumento e ulivi a perdita d'occhio. Colline ricoperte di ordinate file di alberi di ulivo per chilometri e chilometri. La strada si fa più veloce, recuperiamo tempo, entriamo stanchi a Fès.
Doccia e cena...semplice no? Eh eh...col cacchio!! Dopo esserci fatti umiliare da 2 taxisti che si rifiutano di portarci alla città vecchia ci incamminiamo. Veniamo abbordati da diversi cagac...ragazzi che vogliono portarci nel loro ristorante, o accompagnare per una visita della medina vecchia. Alla fine cediamo, si sta facendo tardi e non vorremmo chiudesse tutto. Seguiamo questo ragazzo all'interno dello sterminato dedalo di vicoletti di Fès ormai semideserti...volevamo un ristorante e basta, invece ci troviamo a prendere parte ad un indesiderato tour tutto in discesa, poi tutto in salita. Bastano 2 svolte per capire che è inutile tentare di tenersi in mente il percorso per uscirne da soli, la complessità e la grandezza di questa medina è folle. Sporcizia del giorno di mercato appena terminato, gatti che ne approfittano, piccoli capannelli di uomini che parlano e ti fissano mentre passi. E poi ci rompiamo le palle ed entriamo in una porta con scritto ristorante lasciando perdere la nostra guida, trovandoci in un posto magnifico (turistico eh!) a mangiare robe marocchine buone buone. Peccato non aver potuto mangiare in cima alla terrazza che domina dall'alto tutta la medina, ma almeno abbiamo potuto sbirciare un istante.
Favolosa fès, di giorno certamente tanto di più con il caos ed i profumi del mercato. Ma domani si riparte, sempre sud il deserto ci chiama!
Portami un pezzo di marocchino (inteso come fumo/haschish)...!!!
RispondiEliminaHo letto certi passaggi con un po' di "ansia" , ma la dovizia di particolari con cui descrivi ciò che vedi e le emozioni che provi, dissolvono ogni mia preoccupazione. Grazie per farci partecipi di queste meraviglie
RispondiEliminaCiao fratellino/futuro cognato e amici che non conosciamo !!
RispondiEliminainiziamo a seguire la vostra avventura con un po'di sana invidia, non di sicuro x i km che fate ma x i profumi, i colori e la gente che troverete lungo il vostro cammino..
notte, a presto
baci e abbracci !!
Simo quante macchine a bordo strada con le gomme da cambiare che ti chiedono di fermarti? Ti voglio bene fratellone e tranquillo più vai a sud e più sono cordiali. Comunque CONTINUO A ROSICARE!!!!
RispondiEliminaDAJEEE