Oggi sono successe un po' di cose, abbiamo attraversato posti meravigliosi e visto gente interessante e tanto altro, sicuramente Simone se avrà voglia vi racconterà tutto nei dettagli.
Ma è chiaro che oggi verrà ricordato come il giorno in cui mi sono lanciato in un fosso, con il più spettacolare volo del viaggio e in generale della mia carriera motociclistica.
Dico subito che sto bene, non mi sono fatto praticamente nulla grazie alla bassa velocità e all'abbondanza di protezioni che avevo indosso. Mentre scrivo ho giusto un livido su una coscia e un po' di torcicollo.
Un po' meno bene sta la povera Carlotta (la moto, insomma), che per mia colpa si è tuffata di testa in un canalone al lato della pista sterrata su cui stavamo andando, una bella trincea di terra battuta profonda più di un metro. Io sono atterrato direttamente al di là, in modo tutto sommato morbido ma non particolarmente elegante, almeno così mi dicono Marco e Simone che mi seguivano e che hanno assistito in diretta all'epica performance. Mentre volavo pensavo: ho distrutto la moto.
Non è andata proprio così per fortuna, ma nell'impatto col terrapieno si sono in effetti staccate/spaccate un bel po' di parti non strettamente necessarie, che ora vivono una seconda vita nastrate sul Transalp di Marco. Purtroppo si è anche bucato il radiatore dell'olio e -forse- piegato uno stelo della forcella. Insomma senza le necessarie cure meccaniche non posso proseguire.
Ci sarebbe un bel po' da raccontare poi sull'impresa non banale di tirare la moto fuori dal fosso, sui nomadi Berberi che ci hanno aiutato, sul camion che abbiamo dovuto (profumatamente) pagare per riportarla al più vicino villaggio, ai tentativi di riparazione/autopsia che i miei amici stanno operando in questo momento fuori dal discutibile albergo in cui abbiamo trovato riparo per la notte. Ma ora c'è da organizzare un ulteriore trasferimento della moto verso un'officina più attrezzata, vagliare le ipotesi su come proseguire il viaggio, valutare pro e contro di ogni possibile scelta.
E ritrovare un po' del buonumore che è rimasto nel fosso.
Ma è chiaro che oggi verrà ricordato come il giorno in cui mi sono lanciato in un fosso, con il più spettacolare volo del viaggio e in generale della mia carriera motociclistica.
Dico subito che sto bene, non mi sono fatto praticamente nulla grazie alla bassa velocità e all'abbondanza di protezioni che avevo indosso. Mentre scrivo ho giusto un livido su una coscia e un po' di torcicollo.
Un po' meno bene sta la povera Carlotta (la moto, insomma), che per mia colpa si è tuffata di testa in un canalone al lato della pista sterrata su cui stavamo andando, una bella trincea di terra battuta profonda più di un metro. Io sono atterrato direttamente al di là, in modo tutto sommato morbido ma non particolarmente elegante, almeno così mi dicono Marco e Simone che mi seguivano e che hanno assistito in diretta all'epica performance. Mentre volavo pensavo: ho distrutto la moto.
Non è andata proprio così per fortuna, ma nell'impatto col terrapieno si sono in effetti staccate/spaccate un bel po' di parti non strettamente necessarie, che ora vivono una seconda vita nastrate sul Transalp di Marco. Purtroppo si è anche bucato il radiatore dell'olio e -forse- piegato uno stelo della forcella. Insomma senza le necessarie cure meccaniche non posso proseguire.
Ci sarebbe un bel po' da raccontare poi sull'impresa non banale di tirare la moto fuori dal fosso, sui nomadi Berberi che ci hanno aiutato, sul camion che abbiamo dovuto (profumatamente) pagare per riportarla al più vicino villaggio, ai tentativi di riparazione/autopsia che i miei amici stanno operando in questo momento fuori dal discutibile albergo in cui abbiamo trovato riparo per la notte. Ma ora c'è da organizzare un ulteriore trasferimento della moto verso un'officina più attrezzata, vagliare le ipotesi su come proseguire il viaggio, valutare pro e contro di ogni possibile scelta.
E ritrovare un po' del buonumore che è rimasto nel fosso.
Cavolo...
RispondiEliminaMeno male che non ti sei fatto nulla fisicamente... Anche se l'animo sara' sicuramente pesantemente ferito...
Ti mando un abbraccio enorme...
Luca
Azz, spero tu possa continuare l'avventura.
RispondiEliminaIn bocca al lupo per i tuoi lividi e per gli acciacchi meccanici, la tua Carlotta si riprenderà presto. Quello è il suo abitat è troverà di certo le energie per continuare il viaggio con te!
Luca (un altro)
Ma come fratellone..... Proprio tu? Nel fosso?? Mi devi far sempre preoccupare?!
RispondiEliminaSpero siate riusciti a dare a Carlotta le cure berbere di cui aveva bisogno...
Mi ti immagino come l'opossum dell'era glaciale I believe I can flaaaaaaaaaay :)
Un bacione e coraggio!!
Marcy
Ahhhhh 'quoque tu' .... pensavo fossi esentato da queste 'cadute terrene'.
RispondiEliminaPer fortuna era un fosso morbido ...
Per Carlotta direttamente da "Boris": DAI DAI DAI ... che ce la portiamo a casa.
Per l'uso della transalp per portare i pezzi pretenderò solo un compenso minimo.
Zullinux
grazie a tutti!!
RispondiEliminaCerto che se fossi andato sempre in prima non saresti finito nel fosso... :-P
RispondiEliminaUn abbraccio forte,
D.
No, Claudio!!!
RispondiEliminaDai, forza e coraggio che tutto si ripara!!!